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Sergio Rubini e Riccardo Scamarcio protagonisti del secondo Duetto del Festival del Film di Roma

31/10/2011 | News
Sergio Rubini e Riccardo Scamarcio protagonisti del secondo Duetto del Festival del Film di Roma

Sergio Rubini e Riccardo Scamarcio sono stati i protagonisti del secondo Duetto del Festival del Film di Roma, ospitato nella sezione L’Altro Cinema | Extra.
In circa un'ora e mezza di incontro i due attori, rispondendo a Mario Sesti e al pubblico, parlando del loro rapporto con il cinema e dei film diretti da Rubini con Scamarcio attore, Colpo d'occhio e L'uomo nero.
Il bell'attore, ieri osannato dalle fan, dichiara: "Lavorare con Sergio è un sogno che si è avverato, la sua cosa più incredibile è che ti fa sentire invincibile, dà per scontato che tu riesca a fare quello che sta per chiederti. Ha la capacità di neutralizzare tutti i miei trucchi", il regista risponde: "sono rimasto subito colpito dal fatto che Riccardo non fosse in conflitto con la sua bellezza. Gli attori belli a volte se ne vergognano e si camuffano, Riccardo invece è consapevole del suo volto e quindi sa star fermo e riempire la scena anche solo con la sua immagine. Scamarcio avrebbe potuto continuare per 20 anni a fare l'attore per teenager, come hanno fatto altri suoi colleghi. Invece ha dato una sterzata, entrando in un cinema dove lo pagavano di meno e i numeri sono diversi. Io avendolo nei miei film mi sono ritrovato anche una fetta del suo pubblico, e questo è il metodo migliore che ha un attore per far crescere chi lo segue". Un tuffo nel passato, quindi, quando si parla di Tre metri sopra il cielo, film del 2004 con Riccardo protagonista: "è stato divertente ma che senso avrebbe avuto fare il 2, il 3, il 4...Non ho deciso di fare l'attore per reiterare quella formula, ma per fare un cinema unico, e Rubini in questo è maestro, un obiettivo molto difficile visto il blocco culturale mortifero che c'è nel nostro Paese, tutto deve passare per il consenso". Sergio Rubini dichiara che ambienta spesso i suoi film in Puglia, perché sa partire solo dalle sue storie, e definisce la Puglia la sua "Heimat", la sua terra madre. C'è spazio anche per un po' di amarcord fra una montaggio di film e l'altro, il regista/attore ricorda la sua esperienza con Fellini per L'intervista: "La prima cosa che mi ha detto è stata 'abbi fiducià". Alla fine Sergio Rubini da una definizione di se e del collega amico Scamarcio: "Io sono ancora un meridionale con la valigia di cartone, Scamarcio è invece un meridionale col trolley e questo a un uomo del sud non può che far piacere". Resta il fatto che entrambi sono dei perfetti "viaggiatori".

Sonia Serafini

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